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il mistero del poeta 139


Mi ricordo che quando salii sul Vestner Thurm pioveva, folate fredde di vento e pioggia entravano per le finestre senza vetri in quella stamberga a tetto, dove il custode della torre indicava placidamente, con la pipa, le alre torri, le chiese, i monumenti della città, poi le nebbie lontane, nominando con gran sicurezza paesi invisibili. Gli domandai da qual parte fosse Eichstätt. Quegli ripetè sorpreso: — Eichstätt? Lei dice Eichstätt? — e, steso il braccio da una finestra, si diede a menar di taglio la mano verso il sud, come chi dice un lungo, lungo cammino. Rimasi lì trasognato a guardare senza veder niente, senza accorgermi del vento e della pioggia che mi battevano in viso.