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il mistero del poeta 113

il nome Yves pronunciato con indifferenza in quella sala d’albergo.

The very music of the name has gone
Into my being.

«Persin la musica del suo nome è infusa nell’esser mio.» Il mio orecchio coglie nella voce che lo pronuncia ogni intimo disaccordo con la musica eterna che suona dentro a me; e più è grande, più ne soffro.

Uscii la sera stessa, girovagai a caso, pensando che l’indomani mattina andrei nella Burgschmiedstrasse, trovando intanto una voluttà profonda nel mescolarmi quanto più potevo, fra le ombre della notte, a questa sognata Norimberga, nel pensare che l’una o l’altra casa potrebbe forse esser la casa degli Yves e qual cuore avrebbe Violet se sapesse ch’io passavo sotto le sue finestre. Questo era un mondo ben più fantastico che la valle dell’Inn e l’Englischer Garten. Entrai nell’ombra della nera Lorenzkirche, dietro alle cui torri enormi si alzava la luna, discesi e risalii per ineguali andirivieni di vie, ora scure