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il mistero del poeta 99

più, tra per l’essermi stato suggerito dall’altra signora, tra perchè trovandomi la testa piena di motivi non solamente patetici ma anche comici, il verso m’avrebbe fatto impedimento. Ne scrissi subito a Violet; le scrissi, mano a mano, le prime idee confuse che mi vennero e tutti i pentimenti per cui passarono, le ritrassi le figure vere da cui volevo prendere i miei personaggi. Oggi pensavo un modo di aggruppare e di sciogliere i nodi della azione, domani ne pensavo un altro. Le scrivevo tutto. Sapevo di guastare così l’effetto futuro del libro sopra di lei, ed ero appunto felice di sacrificare una soddisfazione perchè ella sapesse tutto tutto dell’anima mia, i miei tentennamenti, le aridità della fantasia, la parte del caso nelle mie trovate artistiche. Volevo essere amato senza fine, ma l’idea di farmi ammirare da Violet più che non meritassi, mi metteva orrore come un inganno.

Dopo un mese d’incessante lavoro fantastico il mio manchevole ingegno non era ancor giunto a concepire un intero piano di romanzo che mi soddisfacesse. Non ne avevo in mente ben chiari che i primi tre o quattro capitoli. Intesi che