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parve su la soglia dell’uscio, quasi ritagliata sul fondo dell’altra stanza rischiarata dal lume portato a mano da mamma Grazia, il marchese si sentì correre un lieve brivido ghiaccio da capo a piedi.

Visto a quel modo, gli parve più alto, più magro, più strano, con la scialba faccia interamente rasa, col lungo collo fasciato dal nero fazzoletto di seta, le cui punte formavano un piccolo nodo davanti, con le falde dell’abito nero che gli scendevano oltre il ginocchio, coi calzoni neri quasi aderenti alle secche e interminabili gambe, con quelle stecchite braccia che si agitavano in ossequioso saluto:

— Buona sera, marchese!

Anche la voce, che sembrava uscisse dalle profonde cavità dello stomaco, parve più cupa dell’ordinario al marchese, che rispose con un cenno del capo e un gesto della mano invitante a sedere.

— Pareva dovessimo avere chi sa che tempesta, eh? E invece!... — esclamò don Aquilante. — Per questo non ho voluto rimettere a domani la buona notizia che posso recarvi.

E appena il marchese si era seduto dal lato opposto della tavola, don Aquilante riprendeva:

— Finalmente ci siamo!

Il marchese spalancò gli occhi, interrogando.

— Neli Casaccio sarà arrestato questa notte.

— Ma!... — fece quegli.

La voce gli moriva improvvisamente nella gola.