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persona si rischiari e si illumini e lasci scorgere l’anima gentile e pietosa.... Perchè non vuoi? Perchè ti ostini a vivere solo?... Che malìa ti ha dunque fatto quella donnaccia?

Pur troppo, quella donnaccia avea dovuto gettargli addosso una terribile malìa; lo sentiva e fremeva. Ma la zia baronessa faceva peggio rammentandogliela; egli ora tentava, appunto, di strapparsela dal cuore, insofferente della prepotenza e irritato della propria inettezza di vincerla e di liberarsene. Non amava più, odiava Agrippina Solmo; ma l’odio gliela teneva radicata nell’animo più assai dell’amore! Ah, se la zia baronessa avesse saputo!... Egli però non aveva mentito giurandole: — Per me, è come se non esistesse più! — Non voleva vederla neppur da lontano; le aveva interdetto di passare la soglia di casa Roccaverdina!

Intanto...!

E si rizzò dalla poltrona, ripetendo:

— Ho altro per la testa in questo momento. Ne riparleremo, zia!

I quattro canini, saltati tutt’insieme giù dai seggioloni, e stiratisi e sbadigliato, circondavano il marchese, mostrando di riconoscerlo col dimenare festosamente le code e saltellargli attorno e abbaiare. La baronessa li guardava sorridendo dalla commozione.

— Non fai loro neppure una carezza! — esclamò.