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Da prima, lo avevano un po’ rassicurato le domande intorno alla causa e alla condanna di Neli Casaccio. E si era diffuso a posta nella narrazione per sviare la zia baronessa.
Gli sembrava di vedere agitarsele su le labbra gli insistenti consigli con cui lo assediava ogni volta che veniva a vederla, mandato a chiamare per lo più; e per ciò aveva tentato di tirare in lungo il discorso, ad evitare la noia della temuta predica: Prendi moglie!
Si era però eccitato per la fissazione della baronessa che Agrippina Solmo avesse fatto ammazzare il marito con l’intenzione di tornare ad essere quella che era una volta e raggiungere uno scopo lasciatosi sfuggire con l’aver sposato Rocco Criscione.
E appunto il vederlo eccitare appena gli era stato accennato questo sospetto, aveva spinto la baronessa a rompere ogni indugio.
Egli aveva dovuto ascoltarla, rispondendole quasi sbadatamente, girando gli sguardi pel salone, fissando un ritratto, osservando un vecchio mobile, guardando i cani accovacciati sui cuscini dei loro due seggioloni, e che riposavano riaprendo di tratto in tratto gli occhi e alzando le teste, quasi capissero che non dovevano muoversi per non interrompere la conversazione.
Dall’alto di uno dei balconi era entrato improvvisamente uno sprazzo di sole in tramonto. La