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— Come a torto? Con tante prove? Che ne sapete voi?
— È il mio parere. I giurati non sono infallibili.
— Chi ha dunque ammazzato Rocco?
— Non lo ha ammazzato Neli Casaccio.
— Chi dunque? Ci vuole un bel coraggio a parlare così! Perchè non siete andato a dirlo al giudice istruttore quand’era tempo? Non vi rimorde la coscienza di aver lasciato condannare, secondo voi, un innocente? Ecco come siamo! — È il mio parere! — Ma il vostro parere non vale un fico contro la sentenza dei giurati! Il giudice istruttore è stato dunque un bestione? Il Presidente e i giudici della Corte di Assise sono stati pure bestioni? Chi è dunque l’assassino? Dov’è?
— Non vi scaldate troppo, marchese!
— Dite, dite: chi è stato l’assassino? Dov’è?
Il marchese, in piedi, pallido dalla collera, gesticolava, urlava, ripetendo:
— Chi è stato l’assassino? Dov’è?
— Può essere qui, tra noi, tra quella folla davanti la vetrata, e forse ride di me, di voi, dei giurati, dei giudici, della giustizia! E se dico una sciocchezza, lasciatemela dire! La parola è libera!
San Spiridione gli teneva testa imperterrito, mentre parecchi tentavano di condurlo via per por termine a quella scena sconveniente, e altri circondavano il marchese pregandolo di compatire un pre-