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VI.
A Ràbbato si era già saputo, per telegrafo, la notizia della condanna di Neli Casaccio:
— Quindici anni!
E due giorni dopo, i testimoni, di ritorno, erano assediati dalla gente che voleva conoscere tutti i particolari della causa.
Neli, appena udito — Quindici anni! — si era coperto il volto con le mani scoppiando in singhiozzi. Poi, levata in alto la mano destra, aveva gridato:
— Signore, lo giuro al vostro divino cospetto: Sono innocente! E se non dico la verità, fatemi cascare morto, qui, davanti a voi!
Nella sala tutti gli occhi si erano rivolti verso il Crocifisso appeso alla parete dietro il seggio del Presidente, quasi il Crocifisso avesse dovuto dare davvero la risposta al gesto e alle parole del condannato. Ma i carabinieri, prèsolo per un braccio, lo