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Ed erano in famiglia il cavaliere e la signorina, zii del marchese, che la chiamavano mamma anche essi quantunque belli e grandi. La signorina, divenuta baronessa, continuava a chiamarla mamma Grazia tuttavia, ed era vecchia come lei.... Il cavaliere, pure! Ma per loro ella non sentiva nessuna tenerezza. Colui pel quale avrebbe preso passione e morte era il marchese nutricato col vivo sangue del suo petto.
Infatti non sapeva darsi pace di vederlo diventato un altro da che avevano ammazzato Rocco Criscione. Si poteva dire che non mangiava e non dormiva più, quasi gli avessero tolto, con lui, metà della sua vita. Certe notti ella lo sentiva andare e venire su e giù per la camera, per le altre stanze. E si levava da letto e accorreva, mezza svestita:
— Ti senti male, figlio mio? Hai bisogno di qualche cosa?
— Niente, mamma Grazia. Dormite tranquilla; niente!
E mamma Grazia si addormentava recitando il rosario; e riprendeva a recitarlo durante la giornata, appena terminato di fare quel po’ di pulizia che le sembrava urgente nella casa.
Don Aquilante non riusciva a capire in che modo il marchese potesse vedersela attorno, tutta scapigliata, con certe vesti addosso che parevano cenci e certe ciabatte che le sfuggivano dai piedi a ogni due passi: