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Si rivedeva occupata a riguardare la biancheria, a riporre negli armadi quella lavata e stirata; in faccende per la casa, assieme con mamma Grazia che brontolava, povera vecchia, perchè si credeva spodestata della sua autorità di nutrice. — Lo hai stregato! Lo hai stregato! — Glielo diceva sul viso, povera vecchia! E ciò non ostante, la rispettava, perchè da colui ch’ella aveva nutrito col suo latte le era stato ordinato: — Voglio così, mamma Grazia!
Ma dov’era?
Non lo aveva trovato in camera, nè nella sala da pranzo, nè in salotto, nè nello studio, nè in quella stanza ingombra di selle vecchie e nuove, di briglie, di cavezze, di arnesi di ogni sorta per carrozza e per carri.
Là, in un angolo, coi capelli disciolti, ella si era dati tanti pugni su la testa! Accoccolata per terra aveva singhiozzato e pianto una intera nottata, quando le era stato annunziato: — Domani te n’andrai a casa tua, per l’occhio della gente. Vi sposerete fra un mese! — Erano passati quasi tre anni, ma in quell’istante le pareva di vedere in quell’angolo un’altra se stessa e ne sentiva immensa pietà.
Ah! Si sarebbe buttata di nuovo per terra, dandosi pugni su la testa, a sfogarsi a piangere la sua mala sorte anche ora!...
Dov’era? Come non lo trovava?
Giunta davanti al pianerottolo della scala che