Pagina:Il Marchese di Roccaverdina.djvu/376


― 372 ―

— aveva risposto sdegnosamente alla sorella. — Se non mi volete in casa vostra....

— Figlia mia, che dici mai?

— Fino a diventare assassino.... per quella!

Non sapeva darsene pace. Il suo cuore traboccava di odio, quanto aveva traboccato di amore fino a pochi giorni addietro. Il sangue le si era cangiato in fiele. Ah! ora ella doveva, con più ragione, invidiare colei che poteva insuperbirsi apprendendo di essere stata amata tanto! Si sentiva umiliata, ferita mortalmente nella più delicata parte di sè stessa, in quel legittimo orgoglio di donna che si era formato un culto della sua prima ed unica passione, e aveva sofferto in silenzio, nascostamente, senza illusioni e senza speranze, tanti anni! Perchè non aveva dato ascolto all’ammonimento delle sue esitanze? Perchè si era lasciata indurre dalla baronessa e dalla madre? Non sarebbe stata, com’era stata, marchesa di Roccaverdina di nome soltanto! Nulla, nulla poteva più compensarla, consolarla! E doveva fingere, per l’occhio della gente? Sentirsi compassionare? Oh, chi sa quante in quel momento ridevano di lei! Tutte coloro che avrebbero voluto essere al posto di lei; parecchie, lo sapeva! No, no!

Ormai era finita! Se il marchese fosse guarito, non guarirebbe egualmente l’atroce piaga che le si era aperta nel cuore! Giorni fa, poteva confortarsi, lasciarsi lusingare dalle buone parole, dalle appa-