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— Dio solo può saperlo!... Avevo sedici anni. Non pensavo al male; ma, insistenze, preghiere, promesse, minacce... In che modo resistergli?... E sono stata la sua serva, la sua schiava, dieci anni, volendogli bene come a un benefattore. In prova, il giorno che all’improvviso egli mi disse: — Devi prendere marito, il marito che ti do io... — Ah, signora baronessa!... Abbiamo un cuore anche noi poverette!... Avrei voluto continuare ad essere soltanto sua serva, sua schiava... Che ombra potevo dargli? Eppure non fiatai. Ha comandato, ed ho obbedito. Che ero io rimpetto a lui? Un verme della terra... Ed ora, infami! dicono che ho fatto ammazzare mio marito perchè vorrei... Ma a chi devo ricorrere in questa circostanza? Non ho più nessuno al mondo!
— Abbiate fiducia in Dio, figliuola mia!
— Se il Signore voleva proteggermi, non mi toglieva il marito! — ella rispose bruscamente a don Silvio, alzando le spalle.
— È peccato mortale quel che dite!
— Si perde anche la fede in certi momenti!
Raccolse la mantellina, se l’aggiustò su la testa, chiuse sdegnosamente attorno al volto le falde davanti e, ritta, aggrottando le sopracciglia, stringendo le labbra, attese così che la baronessa la licenziasse.
La baronessa in quell’istante parlava sottovoce all’orecchio di don Silvio.
— Ma è poi vero? — rispondeva il prete.