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che cercavano di confortare la marchesa, il cavaliere don Tindaro fece il gesto di chi non vuol disturbare un intimo colloquio; ma la signora Mugnos lo richiamava:

— Diteglielo anche voi, cavaliere; non è un’imprudenza pretendere che il marchese renda quel fondo agli eredi?

— E senza chiedere la restituzione del prezzo, aggiungerei io! Settant’onze non fanno nè ricco nè povero il marchese di Roccaverdina; con quella spanna di terreno o senza di esso, Margitello sarà sempre Margitello. Margitello ha fatto come il pesce grande che ingoia il pesce piccolo; si è mangiato Roccaverdina. Roccaverdina, che è il titolo di famiglia, è sparito in Margitello, dopo l’abolizione dei fidecommessi. Un pezzo tu, un pezzo io, un pezzo quegli... come le spoglie di Gesù Cristo, che i crocifissori si giocarono ai dadi. Dico così per modo di esprimermi... Il marchese, d’altra parte, non ha torto. — Perchè debbo avere quella soggezione in casa mia? Per questo ho comprato qua, ho comprato là, sbarazzandomi di tutti i vicini. — Ora Margitello è un gran rettangolo, chiuso dai quattro lati dallo stradone provinciale e dalle carraie comunali, perfettamente isolato. Ma quel vecchio testardo voleva star conficcato là per far dispetto al marchese...

— Ah!... Non posso pensarci!... Mi sembra che ci sia la maledizione su quel terreno!...