Pagina:Il Marchese di Roccaverdina.djvu/319


― 315 ―


fermai. E la mula saltò e girò, imbizzita, sbruffando dalle narici. Vidi vacillare quell’omo e sentii il suo tonfo per terra.... Volevo accorrere.... Gesù sacramentato! Omo e mula se li era inghiottiti il terreno dond’erano sbucati!... Se in quel momento mi avessero salassato, non avrei dato una stilla di sangue!... Proprio nel punto dove ammazzarono compare Rocco Criscione, eccellenza.... Pensavo a mia madre malata, non pensavo al morto!... Ho visto con quest’occhi, ho udito con queste orecchie; e non ripasserei di là, a notte avanzata, neppure se mi dicessero: “Ti diamo mille onze!...„ non mi crede, voscenza?

Il marchese si era alzato da sedere, pallido, con la lingua inaridita, e un tremito dai piedi alla testa ch’egli cercava di nascondere mettendosi a passeggiare su e giù per la stanza, voltando le spalle al massaio e ai tre contadini.

— Degli uomini io ho paura, non delle anime dei morti! — esclamò il massaio. — Una volta tornavo dalla campagna verso la mezzanotte. C’era un lume di luna che ci si vedeva come di giorno. E nel piano di Sant’Antonio ecco un fantasma, avvolto in un lenzuolo, e in testa un arcolaio che girava, girava! Mi fermo.... e lui si ferma; l’arcolaio però girava sempre. Lì per lì, si capisce, mi sentii gelare il sangue! ma siccome mi pareva che il fantasma volesse impedirmi di passare, — Per la Madonna! — grido....