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scritto. Siete il primo nella terna; il colpo è riuscito!...

— È inutile; io non voglio essere sindaco!

— Come? Dopo tutto quel che abbiamo fatto?

— Che me n’importa? Sbrigatevela tra voi. Io ho i miei affari. Ho troppe cose a cui badare.

— Il marchese ha ragione, cugino.

— Mah!... Ci siamo compromessi. Si è compromesso anche lui.... In ogni caso, basterà dare il nome, circondarsi di assessori di fiducia.

— Ho appena fiducia in me stesso — rispose il marchese.

— Questa non se l’aspettava nessuno! Riflettete bene, cugino!

— Quando ho detto no, è no!... Volete venire a Margitello? Oggi imbottiamo il vino bianco.... Poco, ma tutto d’uva sceltissima.

— Attenderò di assaggiarlo a suo tempo!

E il marchese era partito lasciando là il cavaliere che bestemmiava internamente, per rispetto della cugina.

— Ci abbandona così, nelle peste! Dovreste persuaderlo voi — egli disse, rivolgendosi alla marchesa e giungendo le mani in atto di preghiera. — Le donne fanno miracoli, se vogliono.

— Lo avete sentito: “Quando ho detto di no, è no!„ E poi.... Lo conoscete meglio di me.

— Pur troppo, è un Roccaverdina.... Preso un