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XXVI.


Dal canto suo, nelle prime settimane dopo il matrimonio, il marchese aveva avuto la dolcissima sensazione di un compiuto rinnovellamento della sua vita, vedendo animate da tre figure femminili quelle stanze dove egli, da più di un anno, non vedeva altra donna all’infuori della vecchia nutrice che andava attorno curva, mal pettinata, strascicando le ciabatte, larva di donna più che donna.

La signora Mugnos e Cristina avevano aiutato la marchesa nel dare ai mobili, agli oggetti, alle disposizioni del servizio quell’impronta che soltanto l’istinto, l’occhio e la mano della donna sanno imprimervi; e al marchese sembrava che ora tutta la sua tetra casa fosse illuminata da altra luce, sorridesse e quasi cantasse, tanto era insolito quel risonar di voci femminili da stanza a stanza, a cui lo scoppio argentino di certe risate di Cristina dava