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lusoria; ogni mezzo messo in opera, un palliativo che lo calmava per qualche tempo ma non guariva radicalmente.
Forse la colpa era sua. Egli non opponeva alle circostanze e alle impressioni sufficiente energia di resistenza. Non era dunque un Roccaverdina?... Ah! Voleva essere un Maluomo come i suoi d’una volta. Non vi era certezza di niente? Ebbene.... egli doveva agire come se vi fosse piena certezza!
Con le mani dietro la schiena, le gambe allargate e piantate solidamente sul ciglione sotto cui i seminati ondeggiavano, con lo sguardo che errava attorno, lontano, su quella vigorosa esplosione di vita, egli stette un pezzo quasi senza pensare, radunando con intenso sforzo le riposte energie del suo corpo d’atleta e del suo spirito rude; e quando sentì corrersi ribollente nei polsi e nelle tempie il sangue spinto in su dal cuore che palpitava rapidissimo; quando sentì diventar saldi nella mente quei proponimenti di ribelle resistenza contro tutto quel che si opponeva alla sua tranquillità, alla sua felicità, alzò le mani con un secco gesto di affermazione e di sfida.... E si sentì un altro! Quello di anni fa, quando legge e norma di sua vita era per lui il personale interesse, e anche il capriccio. Tutti i suoi guai presenti originavano dall’unica debolezza di aver dato marito alla Solmo! E aveva creduto di fare atto di forza quel giorno!