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— Cent’onze!... Volete scommettere che non vi faccio più andare nel vostro feudo?... Lo stimate certamente un feudo, se ne chiedete cent’onze... Chiudo tutti i sentieri; litigheremo... Intanto dovrete andarvi col pallone nel gran feudo di cent’onze!... Avrei dovuto fare così da un pezzo. Domani! Manderò a disfare con un aratro sentieri e viottole. E chi crede di avere diritti, procuri di farli valere!

— Ma, eccellenza!...

— Zitto, compare Santi! — disse l’avvocato. — Lasciate che parli io....

— Cent’onze! — sbraitava il marchese.

— E se facessi un taglio? — propose l’avvocato. Il vecchio assentì con un gesto e soggiunse:

— Fate come vi pare! Sono venuto qui ad afforcarmi; coi miei propri piedi ci sono venuto! Il signor marchese non dovrebbe approfittarsi delle circostanze.... Dio non vuole!

— Zitto!.... Settant’onze! — buttò là in mezzo don Aquilante.

E fece il gesto, quasi aprisse il pugno pieno di monete e le spargesse per terra.

Il vecchio abbassò il capo, si prese il mento tra l’indice e il pollice d’una mano; poi, rassegnatamente alzò le spalle.

— Andiamo dal notaio, eccellenza! — conchiuse con un fil di voce.