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XXII.


Erano già arrivate le macchine e gli operai che dovevano montarle e metterle a posto. L’atrio di Margitello sembrava di nuovo un arsenale, peggio dell’altra volta, coi bottai che dogavano botti, bottaccini e tini pel mosto; coi carretti che sopravvenivano carichi ciascuno di un coppo da olio, e coi manovali e i contadini che, imbracatili, li portavano nella dispensa già pronta, col suolo di cemento, liscio e un po’ avvallato verso il centro, dove la morta, cioè un coppo sotterrato fino all’orlo, apriva la nera bocca per ricevervi l’olio nel caso che uno dei coppi si fendesse.

E grida, e bestemmie da ogni parte; e su tante diverse voci, stentorea e dominatrice, quella del marchese che dava ordini, rimbrottava, sacrava, e faceva perdere la testa a tutti. Non c’erano voluti meno di otto giorni prima che ogni cosa fosse in