Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
― 233 ― |
La baronessa di Lagomorto non aveva visto di buon occhio l’intromissione del marchese negli affari municipali.
— Che t’immagini? Si servono di te pei loro fini. Ti hanno mai ricercato prima?
— Ho sempre rifiutato.
— Avresti fatto meglio a lasciarli cantare anche ora. Zòsima, ieri mi diceva: — Ha tanto da fare a casa sua! — Quasi, poveretta, temesse...... Insomma, quando ti risolverai? Io non voglio morire prima di assistere alle tue nozze.
— Tra qualche mese, zia.
— Li so, per prova, i tuoi mesi! Hai la felicità sotto mano, e non ti scomodi a stendere il braccio! Perchè? Non ti capisco; Zòsima ha ragione di sospettare.....
— Mi dispiace.
— Lo dici in certa maniera! Comincio ad impensierirmi anch’io.
— Non credevo che la fabbrica laggiù, a Margitello, dovesse tenermi tanto occupato. Ora poi queste elezioni....
— Domani chi sa che cos’altro!
— Niente, zia! Mi sento stanco; ho bisogno di pace, di tranquillità. Ecco! Voi lo sapete, se una cosa mi afferra....
— Appunto!
— Uno di questi giorni, domenica prossima anzi,