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moglie di un pecoraio di Modica, che forse le farà desiderare fin il pane....

— No; anzi la tratta come una signora.

— Gliel’ha fatto scrivere lei? Brava ragazza! — continuò l’ingegnere. — Non è facile trovarne, nella sua condizione, una uguale. Qualunque altra, padrona, com’era qui lei, d'ogni cosa, avrebbe pensato ai casi suoi, si sarebbe fatto il gruzzoletto. Essa, niente! Ammirevole anche per la modestia. Avea voluto rimanere quella che era, fin nell’apparenza. Non smise mai la mantellina, e avrebbe potuto portare, meglio di tant’altre, lo scialle che ora portano tutte le popolane, anche le più miserabili. E poi, bocca serrata!... Anche dopo, anche quando non poteva più lusingarsi con nessuna speranza, mai, mai una parola di dispetto o di sdegno. Dinanzi a lei, il marchese di Roccaverdina era Dio! E se qualcuno, per commiserarla o per stuzzicarla e provocarla, le diceva: “ Il marchese avrebbe dovuto comportarsi meglio con voi!... E qua!... E là!„ sa come sono certe persone! essa non lo lasciava finir di parlare: “Il marchese ha fatto bene! Ha fatto più di quel che doveva! Dio solo glielo può rendere!„ Me l’ha raccontato mia moglie, che l’ha sentito proprio con i suoi orecchi, senza esser vista.... Insomma, lei, marchese, è fortunato con le donne.... L’una meglio dell’altra!... Se lo faccia dire dal notaio Mazza che cosa significhi incappar male!