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tello, dove l’edificio della Società Agricola biancheggiava tra il bruno dei terreni inzuppati di acqua, e con le buche nere delle finestre senza imposte e con le mura senza tetto sembrava lo scheletro di un grande animale buttato a marcire colà.
— Anche voi qui, compare Santi? Ora non avete più niente da venire a vedere da questo lato.
— Vengo a guardare quel che non ho più, dice bene voscenza. La roba mia se la gode il marchese di Roccaverdina!
— Ve l’ha pagata.
— Chi lo nega? Ma se l’è presa quasi di prepotenza; ed io ho dovuto appollaiarmi su le rampe delle Pietrenere, che sono rampe maledette!
— Con questa pioggia però....
— Là, a Margitello, era la pupilla dei miei occhi! Lo sa voscenza com’è stato? Volevano impigliarmi nel processo.... perchè era corsa qualche parola di rabbia tra Rocco del marchese e me, pel limite di ponente. Rocco (il Signore gliel’avrà perdonato) faceva gli interessi del padrone a diritto e a torto; a torto per quel che mi riguardava.
— Ne parlate ancora?
— Ne riparlerò sempre, finchè avrò fiato!
— Vedrete; con questa pioggia anche le rampe delle Pietrenere produrranno. Non le avete scelte male quelle rampe; vi lagnate d’una gamba sana, per non perdere il mal vezzo.