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la signora marchesa. — Ma qui non c’è nessuna marchesa, figlia mia! Eccellenza sì, la marchesa di Roccaverdina! — Non ancora, figlia mia. — Eccellenza sì, la marchesa di Roccaverdina; debbo gettarmele ai piedi, per questa creatura qui, per quest’orfanello.... Il signor marchese ha fatto tanto! Gli dobbiamo la vita. Senza di lui, saremmo morti tutti di fame anche prima della disgrazia di mio marito.... — E bisognò farla parlare — la signora Mugnos sorrideva — con la marchesa di Roccaverdina!

— Per quel figliuolo di dieci anni, — riprese Zòsima.

— Che cosa voleva?... Chi era costei?

— La povera vedova di Neli Casaccio.

— Ma.... — fece il marchese.

— E insisteva: — Per niente, pel solo pane e vestiti; con quattro cenci lo ricopre.... O pure, se lo prenda voscenza, per ragazzo da mandare qua e là. È svelto di mente e lesto di gamba. — Che potevo risponderle? Non ha voluto persuadersi che non sono marchesa di Roccaverdina!

— E su questo punto ha fatto bene — egli rispose. — In quanto al ragazzo, no, non è possibile che lo prendiamo in casa nostra. La sua presenza mi rammenterebbe continuamente troppe cose tristi; no, no!

— Povera donna! — esclamò la baronessa.