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— S’intende! S’intende!

Ma se imprendeva a parlare dei suoi progetti agrari, subito si accalorava. Allora tutti facevano circolo attorno a lui, spalancavano tanto di orecchi, sgranavano gli occhi, quasi stessero per afferrare, là, con avide mani, la loro parte delle immense ricchezze che il marchese faceva rigurgitare, con un colpo di bacchetta fatata, davanti alle immaginazioni che la miseria di quelle tristi annate lasciava sovreccitare facilmente.

E ogni vite si trasmutava in un ceppo di oro! E ogni chicco d’uva in un brillante! Filari interminabili! La vasta pianura, laggiù, doveva diventare, in poco tempo, un unico meraviglioso vigneto! E le colline con quei boschi di ulivi! Bisognava costringerli a produrre annualmente, potandoli bene, non diramandoli troppo, non mortificandoli con la barbarica bacchiatura che ne troncava i nuovi polloni ancora teneri e disperdeva il futuro raccolto!

Soltanto una forte Società poteva produrre questo miracolo!

Nemmeno un sol grappolo di uva di tutto il territorio di Ràbbato doveva essere pigiato nei palmenti privati! Nemmeno una stilla di vino doveva entrar in botti che non fossero quelle del loro stabilimento!

E le ulive, colte a mano a una a una, fresche fresche, di filato alla macina, senza che vedessero nep-