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— Avete sentito? — domandò don Aquilante.

— No.

— Eppure ha picchiato forte sul tavolino!

— Non abbastanza forte, pare.

Dopo questo primo insuccesso, il marchese cominciava a rassicurarsi; continuava però a trattenere il respiro, a stare in orecchio.

— Avete sentito ora?

— No.

— Udite? Picchia più forte.

— Non credo di esser sordo!

— Vi prendo una mano, — disse don Aquilante dopo qualche istante di pausa, — per assorbire altro fluido vostro e poter produrre il fenomeno in modo che possiate percepirlo anche voi.... Prestatevi, cedete.

Il marchese ebbe un brivido ghiaccio per tutta la persona. Don Aquilante lo guardava negli occhi con ansiosa intensità.

— Niente! — esclamò il marchese.

L’avvocato corrugò la fronte e stette un pezzetto a capo chino, agitando le labbra quasi parlasse da sè.

— Insomma?... — domandò il marchese impaziente.

— Non vuol dirmelo!

— Ah!

— Vuol dirlo soltanto a voi. Promette che verrà a dirvelo in sogno.

— Lo sapevo! — esclamò il marchese emettendo