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annunzio lo aveva rimescolato, quasi si fosse trattato di un fatto di cui non si potesse dubitare.

— E ora? — domandò, nell’improvviso turbamento.

— Ora sarà più facile interrogarlo con certezza di ottenere precise risposte. Ieri Rocco Criscione mi è apparso, spontaneamente, un minuto secondo. Ha voluto forse dirmi: Eccomi a vostra disposizione.

— Eh, via! — fece il marchese che già riprendeva padronanza di sè.

— La vostra incredulità è irragionevole.

— Ma, innanzi tutto, dovreste convincermi che l’anima umana è immortale.

Don Aquilante rizzò il capo, maravigliato di questo inatteso linguaggio.

— La scienza.... — continuò il marchese.

— Non mi parlate della scienza officiale — lo interruppe l’avvocato. — È la più massiccia ignoranza!

— .... la scienza positiva richiede fatti accertati, che si possano provare e riprovare. La scienza....

Il marchese gli ripeteva, con enfasi, frasi, periodi interi dei libri prestatigli dal cugino, e credeva di chiudergli la bocca.

— Fatti, sissignore! — riprese don Aquilante. — Accertati, sissignore! Solamente, poichè certi fatti non fanno comodo ai materialisti, essi fingono di non vederli. Ma i fatti non per questo non sono veri, non per questo rimangono annullati!