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II.
Due giorni dopo, il marchese di Roccaverdina vedeva ricomparire l’avvocato che questa volta non veniva solo.
L’anticamera era piena di contadini e di operai, tutti in piedi attorno al tavolino dove il marchese, seduto, esaminava liste di conti scarabocchiate con grossa scrittura.
— Scusate, marchese, — disse l’avvocato inoltrandosi tra le persone che si scostavano per lasciarlo passare. — Dobbiamo parlare di cosa urgente. C’è qui compare Santi Dimaura...
— Voscenza mi benedica! — soggiunse questi, sporgendo la testa dietro le spalle di don Aquilante.
— Andate di là; mi spiccio sùbito.
Don Aquilante abbozzò un gesto per significare: — Fate pure con comodo! — e accennò al vecchio contadino di seguirlo.