Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
― 157 ― |
— È stata una santa ispirazione, marchese! — gli ripeteva per la terza volta la signora Mugnos.
Il marchese appoggiato all’imposta del balcone dov’erano affacciate Zòsima e la sorella, chiamò:
— Zòsima, sentite!
Ella si piegò col corpo verso di lui, tenendosi attaccata con una mano alla ringhiera di ferro.
— E ditemi la verità! — soggiunse il marchese sottovoce.
— La dico sempre — rispose Zòsima.
— Ditemi la verità: Perchè avete tardato tanto ad acconsentire?
— Per riflettere bene; e anche per....
— Per gelosia di.... quella...? Oh!
— Forse! Cosa passata non conta più.... Ecco il Crocifisso.
Dovette affacciarsi anche lui.
Si attendeva di riceverne un’impressione violenta e avrebbe voluto evitarla. Invece, alla luce diffusa, nello spazio della via, il suo Crocifisso gli parve rimpicciolito di proporzioni e meno doloroso di aspetto. Egli stentava a persuadersi che fosse proprio quello stesso che laggiù, alla parete del mezzanino, gli era sembrato quasi colossale e così terrificante con quegli occhi semispenti e quelle sanguinolenti piaghe che spuntavano dagli strappi del lenzuolo!
Intanto, padre Anastasio se lo portava via, in