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— Zòsima!! — esclamò il marchese. — Permettetemi di chiamarvi così, come anni fa.... Ricordate?
La signorina Mugnos alzò gli occhi, e un dolente sorriso le fiorì su le labbra; ma si spense sùbito.
La baronessa allora si rizzò da sedere con la scusa di mostrare all’altra sorella certi oggettini curiosi, conservati in una cassetta del cantonale davanti a cui quella si era fermata.
Rimasti soli, Zòsima e lui, il marchese esitò un istante. L’atto della zia baronessa gli aveva fatto smarrire il filo delle idee, ed egli cercava di rintracciarlo.
— Ricordate? — poi replicò.
— Non ho mai dimenticato!
— E nel cuore non avete niente, proprio niente, contro di me?
— Che mi avete fatto di male?
— Ho fatto molto male a voi e me; ora lo comprendo. E.... se fosse possibile....
— Ormai! — ella rispose con una leggera mossa delle spalle.
— La mia vita, finora, è stata un grande sbaglio, da cima a fondo — continuò il marchese. — Peggio che uno sbaglio, forse!... Ma non sono così vecchio da non poter rimediare.
— Tante cose sono cangiate; io, sopratutto. Mi avreste riconosciuta incontrandomi altrove? Sono parecchi, parecchi anni che non ci troviamo faccia