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Nacque di qui ch’il giovanetto ardito
Non tenne fermo al ver camino’l piede.
Si che non sia’l pittor dunque schernito,
1612Che cosi fa piu di dottrina fede.
Rimiro intanto nell’ultimo sito
E veggione portar via Ganimede
Dal magno augel su nel celeste Choro,
1616Per dar a Giove ber col vaso d’oro.
I fregi ch’ornan l’ampia loggia diva
Sono con sottigliezza fabricati,
Però l’animo mio gia si stupiva
1620Dell’or, di che per tutto sono ornati.
Hor mentre che di quindi mi partiva,
Mi venner gli occhi allo spazzo abbassati,
Qual di commesso a bianchi marmi e rossi
1624A ciascun pavimento agguagliar puossi.
Di misti marmi a Balausti è cinto
Tutto’l contorno di tal luogo degno,
Ch’ornan mirabilmente il bel procinto,
1628Perche tutto è con nobil arte, e ingegno
Stato dagli scultori a fil distinto,
E ritirato a perfetto disegno,
Si che rassembra un lucente gioiello
1632Legato in oro fin quel luogo bello.