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Di tanto frutto a virtuosi è stato,
Che tratto n’hanno assai argento, & oro,
Ciascun contento se n’è ritrovato
Con dolce premio d’ogni suo lavoro. 724
Con noi s’è tanto liberal mostrato,
C’haviam proposto in mezo al nostro choro
Scolpirne un simulacro, senza fallo,
D’un honorato, e signoril metallo. 728
Nella degna città poco dimora,
Perch’il Re de i Romani in tutto l'ama,
Però la Corte sua seguita ogn’hora,
Perche di quindi ha tratto immortal fama. 732
Ogni virtu suo chiaro nome honora,
Perche esaltar virtu s’ingegna, e brama,
Saggio, accorto, prudente, giusto, e pio
Tant'è, che mai un tal non n’ho vist’io. 736
L’ingegno divin suo l’ha sempre alzato
Ci giorno in giorno in maggior signoria:
Bench’era prima nobilmente nato,
Quant’altro Caualier ch’al mondo sia, 740
Signor dal popul suo fatto, e chiamato,
Per haver di tai huomin carestia,
Però’l sommo Pastor per esser tale,
L’ha fatto degnamente Cardinale. 744