Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Come hebbe detto fe parar la cena,
E dispose al servir molte persone:
Poscia di gaudio, e d’allegrezza piena
Fece venir le pregiate matrone, 652
Al primo luogo la piu degna mena,
E tutte l'altre per ordin dispone:
Fammi quivi sedere, e siede anch’ella,
Che certo era di tutte la piu bella. 656
I primi cibi, che fur presentati,
Indusseno un silentio al bel convito:
Perch'al gusto parean si dolci, e grati,
Che quasi era’l parlar perso e smarito, 660
Pur, essendosi queti alquanto stati
Gl’animi lor, fe la Diva uno invito,
Alla maggior con un vezzoso inchino
D’una coppa d’un dolce, e grato vino. 664
Rispose l’invitata, io mi ramento,
Che gia dell’invitar non v’harei intesa:
Ma l'ho imparato in la citta di Trento,
Dove habbiam fatto una superba impresa. 668
Però nel dolce invito io vi consento,
Perche l’amor con questo si palesa,
E molto a me questo costume affassi,
Pur che di lungo il segno non si passi. 672