Pagina:Il Magno Palazzo del Cardinale di Trento (1539).djvu/33

Poscia la Diva mia fra loro entrata
     In una stanza andò di gran valore:
     Et essendovi dentro alquanto stata,
     Tutta gioiosa ritornò di fuore 628
     Per veder se la cena era ordinata,
     Da poter fare alle compagne honore:
     Et io, che il nome lor bramava udire,
     Prego la Diva che me’l voglia aprire. 632
 
Onde ella a me, accioche piu non stia
     Intento con la mente a questa cura,
     L’una di loro è la Geometria,
     Che d’ogni cosa insegna la misura: 636
     L’altra, che mena seco in compagnia
     E' la polita, e magna Architettura,
     Ch’infra lo tanto forte amicitia hanno,
     Che l'una senza l'altra mai non stanno. 640

La sottil Prospettiva è con costoro,
     Che la grande arte sua mostra lontano:
     Costei tien le due altre al suo lavoro,
     Accioche il tempo non si spenda in vano, 644
     Pittura si domanda una di loro,
     Ch’inganna l'occhio col pennello in mano.
     L’ultima d’ogni pietra forte, e dura
     Del natural scolpisce ogni figura. 648