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L’altra è la virtuosa Tormentilla,
Che le ferite in le bevande sana.
Ecco la poco usata Pulsatilla,
Ch’al curar de la Peste non è vana. 484
L’abeto è quel, ch’il chiaro olio distilla
Fin che discende al basso in terra piana,
Che ne gli offesi teschi ha gran valore,
Ridotto al foco in piu sottil liquore. 488
Larice è l’altro, ch’appresso gli viene,
Da cui nasce un liquor molto lodato,
Che mirabil virtu capisce, e tiene,
Da me piu volte con honor provato. 492
Da le scorze di questo d’humor piene
Nasce il nobile Agarico, e pregiato,
E però molti scritto’l falso n’hanno,
Perche per frutto dell’Abeto il danno. 496
Dall’herbe trasportati a passo a passo
In su la cima del bel monte andamo,
Dove un cristallin fonte esce d’un sasso,
Che d’un gran faggio adombra un verde ramo. 500
Di quindi tutto’l pian scorgevo al basso.
Mentre ch'all’ombra ci riposavamo,
E disegnalo allhor col mio pennello,
Per un paese ameno, e molto bello. 504