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Ecco l’Ellebbor bianco, e’l negro anchora,
Che sol nell'odorar ne fanno oltraggio,
Posson venir qua su gli stolti ognhora,
Senza piu far d’Anticira il viaggio. 460
L’una, e l’altr’herba il magisterio honora,
Quando son preparate di vantaggio.
Del Satiro è quest'altra la radice,
Che fa Vener nei vecchi esser felice. 464
Quel picciol giglio, ch’anchor quivi è nato,
Nella mia lingua Martagon l’appello,
Molto da gli archimisti adoperato,
Per far star lor sophistichi al martello. 468
Quel ch’e fiorito in su l'orlo del prato
E' il velenoso, e protervo Napello,
Il quale habbiam spesse volte veduto,
Mandar via per le poste un’alma a Pluto. 472
Ecco’l pepe de i monti, che i villani
Tengon per santa, e nobil medicina:
Ma quando oltre a misura sono i grani,
Spesso a Charonte qualchun ne camina. 476
Quest'altra tien per radice due mani,
Il cui liquor la quartana declina.
Quell’altra è la Carlina hirsuta, e rude,
Ch’al Sol si sparge, alla pioggia si chiude. 480