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Poi disse il Cervo ch’è da noi partito
Sa di questa herba la forza, e’l valore,
Alla qual s’accostò sendo ferito,
E cosi la saetta andata è fuore: 436
Però di sua virtu resta avertito,
Perche in piu cose ti fara honore,
Dittamo bianco è detto, e molto vale
Contra’l venen pestifero, e mortale. 440
Quell’altra è la mirabil Gentiana
Amara al gusto, s’è ben poi amena,
Rimedio grande alla natura humana.
Quest’è’l Narciso, e quella è la Verbena, 444
Che della testa le ferite sana,
E’l calor delle febri al basso mena,
Ne i lustri anticamente celebrata,
E pero sacra da tutti è chiamata. 448
La Mandragola è quivi, che i volgari
Pensan che nasca con humana forma,
Come per ver creduto è da gl’ignari,
De i quai si truova innumerabil torma. 452
Le contrafanno i truffatori avari
Per ingannar qualche donna che dorma.
Ma la vera virtu, ch’in lei s’appoggia,
E' che co’l sonno i vigilanti alloggia. 456