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Ero quì gia stato alquanti mesi
     Del freddo verno & vaga primavera.
     Et venendo la state in ver compresi,
     196Che l’aria mi sarebbe alquanto altiera:
     Di fuor per questo un giorno’l camin presi
     Verso una valle ch’ivi propinqua era
     Per addolcir del Cane, e del Leone
     200L’horribil vampo, e l’ardente stagione.

Mentre che caminando ero fra via,
     Ecco una Diva in mia presentia appare,
     E se ben sola intrepida ne gia.
     204Ne mai vidi io il più pesato andare,
     Sembrava gran gravezza, e leggiadria
     Ne i gesti, ne i sembianti, e nel guardare:
     Però facevo nel mio cuor contesa,
     208Se fusse, o no dal ciel Palla discesa.

Era l’aspetto suo venusto, e degno,
     Quanto mai far potesse la Natura.
     Dava’l parlar di sapienza segno,
     212Perch’ogni sua parola ben misura.
     Donna parea da governar un Regno,
     Modesta, accorta, & di bella statura,
     Di ricche veste ornata, sotto un velo,
     216Ch’in terra mi parea scesa dal Cielo.