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Sopra una grossa botte e smisurata
     Un Bacco in capo della porta è posto,
     Che con un gran boccale ogni brigata
     3412Par che ridendo inviti a ber del mosto.
     La gran Cantina è per forza cavata
     In un dur sasso sotto terra ascosto,
     Dove; quando la state il Sol dà impaccio,
     3416Piu freddo è il vin che bianca neve, o ghiaccio.

Lunga è la stanza quanto un occhio mira
     Dove stanno i gran vasi di vin pieni:
     Da cui un tanto odor risorge, e spira,
     3420Che par ch’ogni cuor mesto rassereni.
     Sforza’l bel loco ogn’un che v’entra e tira
     A dover ber dei suoi liquori ameni:
     Che ne i cristalli ogn’un per se distinto
     3424Sembran Topazio, Rubino, e Iacinto.

Hor, perch’il Sol girato haveva intorno
     Tutto il nostro hemisperio, e Cintia bella
     Gia ne mostrava l’uno, e l’altro corno,
     3428E lucer si vedea gia qualche stella,
     Uscimmo fuor dell’ameno contorno
     Per ritornare a nostra antica cella,
     Con tanta gioia, e con tanto diletto,
     3432Ch’il cor ne giubilava dentro al petto.