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Restava anchora a vedere il giardino,
     E Phebo al monte havea gia ’l carro doro,
     Però di quindi prendemmo ’l camino,
     3268Lasciando per le Dame il nobil choro.
     E per certo traverso più vicino
     Scendemmo nel Cortil magno, e decoro,
     Onde la strada piu maestra, e corta
     3272Si prende, ch’al giardin conduce, e porta.

A tal servitio una commoda scala,
     Che nel basso trapassa, è fabricata,
     Che sotto all’altra, che ascende alla sala,
     3276Di ben composte pietre è collocata.
     Per questa in una stanza giu si cala
     Tirata in volta, e molto bene ornata
     D’honorevol pittura, e prospettiva
     3280Tratta dal naturale, e forma viva.

Quindi per una porta ampia, e superba
     Si va nel vago, & ameno giardino,
     Che copia grande in se capisce, e serba
     3284Di vaghi fior, ch’ornano ogni confino:
     Quivi si truova ogni odorifer’ herba,
     Da cui rispira un tal odor divino,
     Ch’a chiunche drento va il nobil vapore
     3288Appaga, & empie di dolcezza il core.