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Piu d’una volta la mia fantasia
Gli raccontai, come a persona degna,
E che fuggivo dalla patria mia,
124Per esser sempre a me stata matregna.
E volendo egli mettermi in la via;
Che fedelmente all’amico s’insegna,
Disse, se brami far quel che sia’l meglio
128Segue senza timore il mio conseglio.
Andratene sicuro alla cittade,
Dove Nettunno gia tenne il suo Regno,
C’hora in memoria di sua Deitade
132Il nome del Tridente tien per segno:
E per che veggio in te regnar bontade,
Quivi riusciratti ogni disegno,
Dove scarco d’affanni, in somma pace,
136Lieto conseguirai quel che ti piace.
Come la Nimpha, che va inanzi al sole,
Gli ombrosi monti a’mbiancar cominciava,
Dato l’orecchio alle saggie parole,
140Il di seguente il viaggio pigliava.
Ben che lasciare il mio Signor mi duole,
Che cognoscevo che molto m’amava.
Prendo licentia al fin dal Signor saggio,
144E lieto mi dispongo al mio viaggio.