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potendosi accordare si separano con animo corrucciato e pieno di rancore. Behrâm dà un assalto notturno al campo di Khusrev, e Khusrev fugge. Bendûy e Gustehem, zii di Khusrev, fanno uccidere il vecchio re Hormuzd, e Khusrev cerca un rifugio nei dominii dell’Imperatore di Grecia. Behrâm, allora, dopo essersi accordato co’ suoi fidi, si asside in trono.
Khusrev, intanto, per vie deserte giunge incognito fino al confine di Grecia, laddove un solitario gli predice l’avvenire. Khusrev manda alcuni suoi principi all’Imperatore per domandar soccorsi ond’egli possa riavere il trono perduto, ma l’Imperatore promette molto e nulla mantiene, finchè poi, vinto dalle preghiere e da alcune sue riflessioni, manda un esercito a Khusrev e gli dà in isposa, inoltre, una sua figlia. Khusrev ritorna nell’Iran, raggiunto per istrada da Bendûy, e Behrâm scrive alcune lettere ai principi dell’Iran, che, intercettate, sono portate al re. Seguono due battaglie, nella prima delle quali cade il capitano greco Kût, mentre nella seconda Khusrev è sconfitto e, inseguito solo e disperato di aiuto dai suoi nemici, sarebbe anche stato ucciso da loro, se l’angelo Serôsh, apparso all’improvviso, non l’avesse salvato. In una terza battaglia Behrâm è sconfitto e trova un rifugio presso il Principe di Cina. Khusrev ne fa ardere le tende e rimanda all’Imperatore l’esercito greco che l’aveva aiutato a riprendere il regno.
Firdusi interrompe il racconto per piangere la morte di un figlio.
Behrâm, frattanto, alla corte di Cina si fa ammirare per il suo valore. Egli uccide l’orgoglioso Mekatûreh di cui anche il principe aveva timore, uccide il leone Keppi e ottiene in isposa