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quale è conclusa a patto che il principe di Cina dia ad Anûshîrvân la propria figlia in isposa. Mihrânsitâd è incaricato di andar a scegliere la sposa; il padre l’accompagna per lungo tratto di via, e Anûshîrvân dal Gurgân ov’egli si trovava, ritorna in Ctesifonte.

Bûzurc’mihr, intanto, spiega tutta la sua dottrina alla corte, e il re d’India manda in dono ad Anûshîrvân il giuoco degli scacchi, del quale nessuno può intender nulla, eccetto Bûzurc’mihr che in ricambio inventa e manda al re d’India il nerdiludio o giuoco del tric-trac. — Segue la leggenda del come fu trovato il giuoco degli scacchi. — Morì un re nell’India e lasciò un unico figlio di nome Gav, infante ancora. Allora i cittadini vollero un re già provetto d’età, saggio e gagliardo, ed elessero il fratello del morto, di nome May. Appena fatto re, May sposò la vedova regina, ed ebbe da lei un figlio, che fu chiamato Talhend. Gav e Talhend crebbero insieme, e quando uno di essi chiedeva in disparte alla madre chi di loro avrebbe regnato, essa prometteva a questo solo il regno, onde avvenne che ciascheduno dei due, tenendo a quella promessa della madre, crebbe con la persuasione di essere un giorno il re. Giunti perciò all’età del regnare, sorse fra loro un’ostinata contesa, poichè nessuno voleva cedere, e ciascheduno aveva suoi partigiani e consiglieri. Alfine vennero alle armi, e dopo una disperata lotta Talhend giacque ucciso nel campo. La misera madre ne restò inconsolabile e incolpò della morte del fratello il superstite Gav, che per quanto facesse non potè in nessuna maniera persuaderla che tutta la sventura era colpa del destino e non di lui. Consigliatosi alfine coi saggi del suo regno, essi gli