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Arabia. Yezdeghird, intanto, in un luogo vicino alla fontana di Sev della cui acqua egli si valeva per guarire di una emorragia del naso, è ucciso da un cavallo che era uscito all’improvviso da quella fonte e poi vi era scomparso.

Gli Irani intanto pongono sul trono un vecchio principe, di nome Khusrev, generoso e di animo grande. Ma Behrâm-gôr che ha udita frattanto la morte del padre, ritorna nell’Iran, vi conduce un esercito datogli da Mundhir e gl’Irani si raccolgono intorno a lui. Egli cerca di far valere presso di loro, parlando con acconce parole, i suoi diritti al regno, ma quelli poco se ne persuadono, non piacendo la sua educazione straniera, finchè poi gli vien proposta una prova. La corona reale sarà posta su di un trono eretto in un campo e in mezzo a due leoni. Quello dei due emuli, Khusrev e Behrâm-gôr, che toglierà la corona, sarà re. Behrâm-gôr non solo toglie la corona, ma anche uccide i leoni, e tosto con gioia è riconosciuto dagl’Irani per loro legittimo signore.

Il re Behrâm-gôr. — Prima cura di Behrâm-gôr si è quella di scriver lettere a tutti i principi del suo regno, di perdonare agl’Irani le loro colpe e di condonar loro i residui dei tributi. Il suo regno però, specialmente nel suo principio, va segnalato da molte e curiose avventure che rendono piacevolissima la lettura di questa parte del poema di Firdusi.

La prima si è la sua andata alla casa dell’acquaiolo Lanbek. Presentatosi alla porta di Lanbek come cavaliero smarrito per la via, egli riceve in quella casa del povero acquaiolo una cordiale ospitalità, mentre, recatosi a chiederla alla casa di Berâhâm ricco giudeo, vi è ricevuto a gran