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sè una gran copia di gemme involate ai tesori del re. Il quale, non appena ha notizia della loro fuga, si pone adirato sulle loro tracce, inseguendoli a cavallo, ma invano. Ardeshîr trova un aiuto potente in Tebàk, signore di Gihrem, e in una battaglia che segue tra le genti da lui raccolte e tra le schiere del re, il re Ardevân rimane ucciso. Ardeshîr ha poi uno scontro coi Curdi dai quali è sconfitto, ripigliandosi poi la rivincita in un improvviso assalto notturno.

Intanto, nella città di Kugiàràn, viveva un uomo, di nome Heftvâd. La figlia di lui soleva tutti i giorni andar al monte a filar con le compagne; e un giorno ch’essa trovò per caso una mela abbattuta dal vento, nel mangiarne vi trovò un baco che tanto filò per lei da superar tutto ciò che avevano filato le sue compagne; e ciò con grandissima meraviglia di esse e dei genitori di lei. — Qui vi ha forse allusione al baco da seta. — Il baco portentoso porta prosperità nella casa di Heftvâd; esso cresce smisuratamente tanto da eguagliare nella grossezza un elefante, e ogni re e ogni capitano che tenta di far guerra a Heftvâd a cagione di quel baco, resta immancabilmente sconfitto.

Ciò non piace veramente ad Ardeshîr che muove guerra a Heftvâd, ma è sconfitto, e Mihrek intanto gli guasta e distrugge la casa. Ardeshìr allora trova modo di far morire il portentoso baco che è l’autore della potenza e della ricchezza di Heftvâd, e di fargli ardere la casa. In una battaglia che segue, Heftvâd cade trafitto e ogni sua ricchezza è guasta e distrutta.

Il re Ardeshîr. — Ardeshîr, primo della stirpe dei Sassanidi, si era tolta in isposa anche la figlia di re Ardevân, ucciso in battaglia. Viveva