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Qui cominciano le molte e diverse e confuse avventure d’Iskender, e prima di esse viene la sua andata a visitar la Kaaba, la sacra pietra nera, adorata dagli Arabi. Da Giuddah Iskender discende in Egitto, e di là egli scrive a Kîdâfeh regina di Andalusia e ne riceve risposta. Andando verso l’Andalusia con l’esercito, prende la rocca del re Feryân che cade in battaglia. Allora egli si reca sotto le spoglie di messaggiero d’Iskender stesso dalla regina che lo riconosce e gli fa intendere esser molto pericoloso per lui il seguir quel suo costume di travestirsi da messaggiero, tanto più che il figlio di lei, Tînûsh, è sdegnato contro di lui e brama ardentemente di porlo a morte. Iskender, grato alla regina, conchiude con lei un patto di alleanza e riconduce di là l’esercito.

Iskender si reca nel paese dei Brahmani e ascolta le risposte che essi danno alle sue oscure ed enigmatiche interrogazioni. Seguono, la sua andata al mare d’occidente, la sua vittoria sulla gente di Abissinia, la sua andata alla città dei Nerm-pày o Piedi-deboli, l’uccisione di un drago su di un monte, laddove egli intende predirsi la sua morte, la sua andata alla città di Harûm, la città delle donne, la sua andata al paese delle tenebre, laddove egli cerca invano la fonte della vita che dona a chi ne beve eterna giovinezza, il suo colloquio con gli uccelli parlanti e con Isrâfîl, l’angelo della morte, che già tiene in pugno la tromba, attendendo da Dio il comando di svegliar con quella i morti per il giudizio finale.

Segue il viaggio d’Iskender verso Oriente, laddove egli innalza una barriera di metallo contro le invasioni di Yâgiûg’e Mâgiûg’. Nei paesi