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in sogno, lo sceglie per isposo. L’Imperatore, sdegnato di aver per genero un uomo di umile e oscuro lignaggio, discaccia i due sposi che si ritraggono a vivere fuori eli città. Ketâyûna vende i suoi gioielli per vivere, e Gushtàsp si occupa della caccia.
Intanto un principe di Grecia, Mîrîn, desidera impalmare la seconda figlia dell’Imperatore, ma essa non sarà data che a colui che ucciderà un terribile lupo che abita la selva di Fâskûn. Mîrîn che non si sente da tanto, per mezzo del barcaiuolo Hêshûy, ottiene che Gushtàsp compia per lui la pericolosa impresa. Così Mîrîn ottiene la bella figlia dell’Imperatore. Anche Ahren, fratello di Mîrîn, desidera la terza figlia dell’Imperatore, ma egli, per ottenerla, dovrà uccidere un dragone sui monti di Sekîlâ. Anche questa impresa è compiuta per lui da Gushtàsp, e Ahren ottiene la sposa. Così l’Imperatore crede di aver date le sue figlie minori a due uomini valorosi e gagliardi.
Ma un giorno, nella palestra di lui, i due suoi generi danno prove di valore e di destrezza, e Gushtàsp, egli pure, dietro suggerimento di Ketâyûna, vi si reca. Là egli dà straordinarie prove di valore, e il greco Imperatore, preso da meraviglia, domanda chi egli sia. Gushtàsp si fa conoscere per il discacciato sposo di Ketâyûna, aggiunge anzi che egli uccise il lupo di Fàskùn e il dragone di Sekîlâ e designa a fargli testimonianza il barcaiuolo Hêshûy. Ormai l’Imperatóre e Ketâyûna più non dubitano ch’egli non sia d’alto e nobile lignaggio; ma Gushtàsp, interrogato del proprio nome, dico chiamarsi Farrukhzàd.
L’Imperatore, avendo un prode di tal valore,