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lora alla vendetta del figlio suo; e poichè Siyàmek aveva pure lasciato un figlio di nome Hôsheng, tosto che il giovinetto fu al grado di combattere, Gayûmers gli parlò della vendetta dovuta al padre e radunò un esercito non solo di uomini, ma anche di uccelli, di tigri, di lupi, di leopardi e di leoni, intendendosi che tutta la natura doveva combattere il male, simboleggiato nei Dêvi. Nella battaglia, il Dêvo Nero fu atterrato da Hôsheng che gli recise il capo. Gayûmers allora, poco dopo, morì, pago d’aver vendicato il figlio suo.
Il re Hôsheng. — Con Hôsheng incomincia la prima dinastia dei re dell’epopea, che è quella dei Pêshdâd, e con lui incominciano anche a manifestarsi le prime arti. Egli trovò il ferro e ne fabbricò i primi strumenti, trovò l’arte dell’inaffiare i campi, di ararli, di seminarli, e allora per la prima volta gli uomini poterono gustare il pane. Vestì gli uomini con le pelli di alcuni animaletti, come faine, conigli e volpi, e trovò il fuoco, tanto utile alla vita. Un giorno ch’egli saliva con alcuni dei suoi una montagna, vide un serpente sulla via; presa una pietra, la scagliò, e la pietra, urtando contro una rupe, ne fece uscire vive scintille che rivelarono al gran re l’esistenza del fuoco. Egli allora, su quel monte, accese una gran vampa e bevve del vino tutta quella notte, istituendo la festa del fuoco.
Il re Tahmûras. — Tahmûras fu il primo che addomesticò gli animali e li avvezzò a vivere con l’uomo, ridusse i galli e le galline a vivere nelle sue case perchè destassero gli uomini al mattino, e fu il primo che filasse la lana per farne le vestimenta. Aveva per ministro il pio Shêdâsp, e tanta era la sua maestà e potenza