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dono in campo contro Dêvi e Turani, altro non fanno che soddisfare a quest’obbligo morale. Sotto tale aspetto, adunque, cotesta guerra ha una importanza grande agli occhi del credente, essa è come una guerra religiosa, alla quale prendono parte tutti quanti i re, dal primo fino all’ultimo, tutti quanti gli eroi di quel gran popolo guerriero. Vediamo pertanto quali siano i fatti principali che di essi ci racconta l’epopea.

Firdusi incomincia il suo gran poema con le lodi di Dio e dell’Intelligenza, col racconto della creazione del mondo, con le lodi del profeta Maometto e de’ suoi primi seguaci. Narra in qual maniera un giorno si tentò di comporre i primi Libri dei Re, parla di Dekìki, e del come egli si determinasse, morto Dekìki, a ripigliarne l’opera interrotta. Termina poi questa sua introduzione con le lodi di Abû Mansûr suo antico protettore, del Sultano Mahmûd e dell’emiro Nasr, fratello del Sultano.

Incomincia ora la serie dei re.

Il re Gayûmers. — Gayûmers fu il primo uomo e il primo re; abitava sopra un monte, laddove egli aveva raccolta tutta la piccola famiglia umana. Il suo regno incominciò in un giorno in cui il sole entrava nell’Ariete, e durò trent’anni. A lui erano sottomessi non solo tutti gli uomini, ma anche tutte le bestie della campagna che gli rendevano omaggio. Egli aveva un sol figlio, Siyàmek, e nel mondo non aveva alcun nemico, eccetto Ahrimane e i suoi Dêvi. Ahrimane ebbe invidia dello stato felice di Gayûmers, e un figlio di lui, il Dêvo Nero, radunò una schiera per far guerra agli uomini, onde nella battaglia che ne seguì, Siyàmek fu atterrato ed ucciso dal Dêvo. Il vecchio re Gayûmers pensò al-