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Lunga fatica sopportammo. Viene
Il fratel vostro a voi, pel qual corruccio
L’alma vi prese; e ben che alcun lamento
Mosso ei non abbia con alcun per voi,
1330Per placarvi ei si reca alle lontane
Vostre dimore, e di vedervi ha brama,
E al regno suo ch’egli ricusa, voi,
Voi preferisce, com’è pur costume
D’uom liberal. Scese dal trono e in sella
1335Egli è già per partir; di qui si toglie
E dimesso egli vien, sì come servo
Accinto e pronto. E voi, da che minore
Egli è d’anni e convengono carezze
E molto amore all’età sua, festosi
1340L’accogliete e con lui sedete a mensa,
E nudrito ch’ei sia, l’alma sua dolce
Nudrite ancor con amorosi detti,
Con parole cortesi; e allor che scorso
Sarà alcun tempo, il rimandate illeso
1345A me con quell’onor ch’egli si merta.
     Il suggello regal fu allora apposto
Al regal foglio, e il giovinetto prence,
Ancora ancor sotto al paterno tetto,
Il suo vïaggio divisava. A lui
1350Venner compagni giovani e vegliardi,
Quale è costume di chi va lontano,
E scampo non ha in ciò. Ma quando ei giunse
Vicino al loco de’ fratelli, ignaro
Di lor tristi consigli e di lor trame
1355Era il giovane eroe. Quelli si mossero,
Secondo il rito, ad incontrarlo, e in ordine
Menarono con sè di molti armigeri
Le schiere innanzi. Ratto che quel volto
Videro del fratel d’un riso splendere
1360Tutto d’amor, finser contento ed ilari
Spianàr la fronte. Ma que’ due cercavano

Firdusi, I. 16