Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 228 — |
Col passar dell’età. Ma grave in core
Sorse tumulto di contrarie voglie
A que’ tre figli allor che si oscurava
875In ciel la sorte; ond’è ch’io già mi volgo
Di Salm a raccontar l’opra crudele
Quand’ei sparse d’Eràg’ il caldo sangue.
(Ed. Calc. p. 59-63).
E a Salm turbossi il cor. Nuovo consiglio,
Nuovo costume il suo, chè un implacato
880Desìo l’alma gli vinse e il tristo core,
Sì che pensoso, con un fido a lato
Consigliero, ei sedè. Già non gli piacque
Del padre suo partizïon del regno,
Chè de’ figli al minor l’aurea corona
885Destinava egli sol. Così nel core
Di vendetta gli stava un rio pensiero,
E corrucciato era quel volto. Un nunzio
Invïò poi di Cina al re, mandando
Cotal messaggio al fratel suo lontano:
890«Vivi lieto e beato in sempiterno!».
Dissegli allora quel che dentro in core
Alto pensiero egli nudrìa. Mandava
Il messaggier, veloce il sospingea
Verso le case del fratel lontane,
895Di Tur gagliardo, a cui nessun pensiero,
Nessuno affanno conturbava il core;
E questo era il suo dir: Signor di Cina
E di Turania, nel tuo cor sereno
Trafitto già da chi fu a te prescelto,
900Sappi che per la terra alta un’offesa
Di noi si piacque e umilïò la nostra
Anima grande e la statura ancora